Il Tribunale di Termini Imerese, presieduto dal Giudice monocratico Alessandro Quattrocchi, ha assolto D.F.A., accusata di percepire indebitamente il reddito di cittadinanza. La donna, una giovane madre di Bagheria, aveva dovuto trasferirsi in una casa protetta con le sue figlie a causa dei maltrattamenti subiti dal marito. Tuttavia, aveva anche affittato un piccolo appartamento per stare con le bambine durante il fine settimana.
L’accusa sosteneva che D.F.A. non avesse dichiarato di essere ospite in una struttura pubblica con vitto e alloggio a spese dello Stato, e che questa omissione avrebbe influito sulla sua richiesta del reddito di cittadinanza. Il Pubblico Ministero aveva richiesto una condanna di un anno e sei mesi di reclusione per l’omessa dichiarazione.
L’avvocato difensore, Raffaele Delisi, ha dimostrato che l’omissione non era intenzionale. D.F.A., che non aveva mai usufruito del reddito di cittadinanza prima, aveva presentato una richiesta al CAF, fornendo un regolare contratto di locazione. Durante la compilazione della domanda, l’addetto del CAF non aveva chiesto informazioni riguardanti la fruizione di strutture pubbliche. La difesa ha spiegato che l’imputata aveva erroneamente ritenuto che il pagamento dell’affitto fosse sufficiente per giustificare il diritto al sussidio.
Il Giudice ha ritenuto credibile la versione dell’imputata e ha considerato che, nonostante l’omissione nella dichiarazione, il contratto di locazione dimostrava che la donna non aveva intenzionalmente frodato il sistema. Pertanto, ha assolto D.F.A. per insufficienza di prove riguardanti l’elemento psicologico del reato.
L’avvocato Delisi ha sottolineato che l’assoluzione rappresenta una vittoria importante per la donna e le sue figlie, che avevano già affrontato molte difficoltà.
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