A Palermo, Vincenzo Pagano è stato assolto in appello dall’accusa di guida senza patente, dopo essere stato condannato a sei mesi di carcere in primo grado dal Tribunale di Termini Imerese. Pagano, pluripregiudicato per furto e ricettazione, era stato sorpreso mentre guidava la BMW della moglie, sebbene fosse sottoposto alla misura di prevenzione dell’avviso orale emesso dal Questore di Palermo.
In primo grado, la condanna era stata basata sul presupposto che, essendo sotto misura di prevenzione, Pagano non potesse guidare senza patente. Tuttavia, l’avvocato difensore, Raffaele Delisi, ha contestato questa decisione in appello, sostenendo che l’avviso orale non è una misura di prevenzione personale e non impone specifici obblighi comportamentali. Delisi ha richiamato la giurisprudenza della Corte di Cassazione per dimostrare che l’avviso orale è solo una misura preliminare che non comporta restrizioni dettagliate riguardo alla condotta personale del soggetto.
La Corte di Appello di Palermo, presieduta da Aldo De Negri, ha accolto la tesi difensiva. Ha stabilito che l’avviso orale non deve essere considerato come una misura di prevenzione in senso tecnico e non comporta specifici obblighi che avrebbero potuto influire sul reato contestato. La Corte ha riconosciuto che il reato di guida senza patente non era sostenibile sulla base dell’avviso orale, che non configura obblighi concreti relativi alla guida.
Il legale di Pagano ha sottolineato che nel processo penale si giudica il fatto e non la persona, e che i precedenti del suo assistito non dovevano condizionare il giudizio. Con questa decisione, la Corte ha chiarito che senza violazione di obblighi specifici imposti dalla misura di prevenzione, il reato contestato non può essere considerato sussistente.
Per ulteriori approfondimenti: LiveSicilia.it